Da ragazzo, ammetto, questa affermazione mi affascinava.
Oggi, quarant'anni dopo, mi fa sorridere per la sua ingenuità perchè senza proprietà privata, senza libertà di iniziativa, senza la possibilità di trasmettere conoscenza e proprietà, staremmo ancora appollaiati sugli alberi a mangiar bacche e spidocchiarci tutto il giorno.
O, come nei paesi comunisti, saremmo tutti poviri ie pessi (poveri e persi), come si dice in Sicilia.
La domanda a questo punto può però diventare un'altra:
"Fino a che punto è ammissibile la proprietà privata?".
Fino a che punto si può tollerare l'avidità, la meschinità, la stupidità, la mancanza di umanità di gente come Gina?
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