Aikido: più che un'arte marziale, sembra una danza
Ho sempre pensato che l'Aikido, più che un'arte marziale, sembra una danza.
Il fatto che non siano ammessi kumite (combattimenti), ma solo embukai (dimostrazioni), implica l'osservanza di uno "spartito", proprio come fanno le orchestre.
Ciò significa che uke (l'aggressore) attaccherà sempre seguendo una delle innumerevoli tecniche codificate da Morihei Ueshiba, il fondatore.
Tori (chi si difende), nel vedere la guardia di uke (cioè quale piede ha avanti), e il tipo di attacco (pugno frontale, "bottigliata" laterale, pugnalata dall'alto, calcio all'inguine, bloccaggio alle spalle, etc...) risponderà... secondo lo "spartito".
Tutto ciò potrà far sembrare l'Aikido un'arte poco efficace ma, ancora a mio avviso, non è assolutamente vero.
Con la pratica e la ripetitività si arriva infatti alla comprensione del mahai, si assorbe la percezione immediata del tipo di attacco (frontale, laterale, da dietro) arrivando a reazioni automatiche. Si capirà, cioè, se rispondere con una difesa omote, cioè diretta, o ura, cioè aggirando l'uke alle spalle.
Insomma, l'avrete capito, a me l'Aikido piace e lo consiglio: può essere praticato da tutti e a tutte le età.