"Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia; 1961
Il primo scrittore ad avere avuto il coraggio di sollevare il velo di omertà che, da sempre, aveva coperto il fenomeno "Mafia" in Sicilia ma, ancor di più, in Italia.
Un romanzo in cui, attraverso un caso poliziesco tutto sommato "ordinario", viene descritta con lucidità e profondità il "passaggio" dalla mafia arcaica, a quella "cittadina" degli appalti pubblici e della contiguità con la politica a qualsiasi livello.
(Don Mariano Arena al capitano Bellodi):
« Io
ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci
riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la
divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i
(con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli
uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai
mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che
sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse
mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando
un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le
anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più
espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su
queste carte come un Cristo, lei è un uomo… » |
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Un onore al grande scrittore L.Sciascia ! e un pensiero ai due grandi eroi siciliani ai giudice Falcone e Borsellino,che hanno pagato con la vita la loro lotta contro la mafia. Poi mi hanno colpito le parole di Paolo Borsellino; ''E' bello morire per cio'in qui si crede,chi ha paura muore ogni giorno,chi non ha paura muore una volta sola''
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