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venerdì 10 febbraio 2012

Vitaliano Brancati, le Donne e la Sicilia.
(da "Paolo il Caldo", ed. 1954
Scena: Casa Castorini a Catania; Tempi: primi del novecento; Personaggi: Michele Castorini (il padre: malfermo di salute, acuto e riflessivo) e Paolo "il caldo" (il figlio: carnale e "leggero"). 

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"Però", aggiunse Michele, alzandosi e volgendo a una libreria la faccia improvvisamente in fiamma, "la felicità non circola in nessuno di voi, è bene che te lo ricordi per l'avvenire. La felicità, in questa famiglia, avrei potuta averla soltanto io, perchè la felicità è la ragione.
Solo che il mio mal di testa fosse stato meno forte, solo che i nervi del mio stomaco avessero avuto qualche momento di tranquillità, vi avrei insegnato a ridere sul serio, a voi tutti che ridete così spesso, ma talmente male... E vi avrei insegnato anche a pensare, a meditare su voi stessi,  ad accorgervi di mille cose che vi sfilano sotto il naso come spettri che vedo soltanto io.  Per esempio la condizione miserabile in cui tenete tutti i vostri sottoposti.

Vitaliano Brancati (Pachino 1902 - Torino 1954)
I ragazzi del portiere camminano scalzi sui nostri pavimenti a mosaico, e nessuno si chiede come mai un uomo dal passo così silenzioso non ci faccia spavento. Ci sembra naturale. Tuo nonno, del resto, crede naturali tutte le cose che tornano a suo vantaggio... E tuo zio non è diverso... E nemmeno tu sarai diverso, mio caro Paolo. Ho notato come guardi le le figlie del portiere quando ti porgono la tazza di caffè, evitando di alzare il gomito per non mostrare lo strappo della veste lungo il fianco. I tuoi occhi cercano quello strappo, come la punta di una spada cerca accanitamente il polso dell'avversario al di là della coccia, lo cercano per ficcarvisi dentro e arrivare alla carne. La carne! Ecco la vostra meta. Ma sul piccolo particolare che la veste è strappata, i vostri occhi non si fermano..."

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