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sabato 14 luglio 2012

TV in ogni caso "maestra".
Recensione di Rosa Aimoni, scrittrice, 18 gennaio 2011.
"Questo saggio propone al lettore le opinioni di Karl R. Popper e di altri voci importanti, quali ad esempio John Condry e Karol Wojtyla, in merito alla capacità della televisione di condizionare, nel bene e nel male, i comportamenti di massa. Interessante è anche il saggio iniziale di Giancarlo Bosetti.
Karl Popper (Vienna 1902 - Londra 1994)
Com'è noto Karl R. Popper fu filosofo della scienza e studioso di pedagogia, e fece delle considerazioni sulla televisione e sulla capacità di questa di influenzare i comportamenti dei giovani e dei bambini.
Nel suo saggio, intitolato “Una patente per fare tv”, Egli descrive le motivazioni che stanno alla base di un prodotto televisivo sempre più scadente. Una di queste sta nel fatto che è sicuramente difficile trovare persone in grado di creare programmi di qualità accettabile per venti ore al giorno; è di gran lunga più semplice reperire persone capaci solo di ideare, per un tempo simile, un prodotto scadente. La legge dell’audience, inoltre, spinge le varie emittenti a cercare il sensazionalismo, e questo di rado coincide con la qualità.
La critica popperiana alla televisione si incentra soprattutto sulla violenza presente nei vari programmi, che induce i più giovani e i più deboli ad adottare atteggiamenti antisociali. La televisione, infatti, fa parte dell’ambiente che tutti i giorni i bambini vivono, e proprio per questo è in grado di influenzarli. Una scena di violenza vista in televisione ha la stessa portata condizionante della violenza effettiva che può essere vissuta realmente all’interno delle mura domestiche.
Consapevole dell’importanza che la televisione ha sullo sviluppo dei bambini, Popper propone una soluzione: chi fa televisione deve essere munito di una patente, una specie di autorizzazione, che potrà essere revocata da un organo competente nel momento in cui non siano rispettati certi criteri. La patente sarebbe concessa ai produttori solo dopo un corso, che avrebbe l’obiettivo di renderli consapevoli del ruolo di educatori di massa che essi, anche senza volerlo, assumono.
Per Popper il controllo dei mezzi di informazione è necessario per la sopravvivenza della democrazia. Dice infatti:
“Credo che un nuovo Hitler avrebbe, con la televisione, un potere infinito.”
Questo libro merita attenzione perché tratta un tema di sicura attualità, cioè quello del condizionamento delle masse da parte del potere mediatico. Lo stile adottato è semplice, discorsivo e adatto ad un vasto pubblico. Ne consiglio vivamente la lettura perché questa è un’epoca in cui siamo assuefatti persino alla critiche, che a volte ci appaiono facili e scontate. Non sono tali quelle di Popper che, in qualità di grande pensatore, merita sicuramente di essere letto e considerato.
"Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto".

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