Facendo un pò di contabilità ci si accorge che la guerra di mafia si combatte, prevalentamente, fra siciliani umani (magistrati, poliziotti, imprenditori, preti, operai, madri, sorelle, fidanzate, gente esasperata dalla mancanza di opportunità e rispetto) e una minoranza di siciliani marci: i mafiosi.
Giovanni Falcone, 21 anni dopo |
Le idee non si possono ammazzare |
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Fra qualche giorno vi parlerò di Valery Michailovič Sablin, una persona eccezionale. Un uomo ammazzato, a 37 anni, "da una grande, grandissima mafia". Scannato, come sempre in questi casi, per le sue idee e per il suo coraggio. Il suo non è un nome noto, pochissimi conoscono il suo sacrificio. Nel mio nuovo libro, "Rivolta", è il capitano della "Xenia", una pirofregata che incrocia, nel 1891, nel mar del Giappone. Buona navigazione capitano Sablin.
Purtroppo ci sono differenti tipi di morte; delle idee, dell'anima, della fantasia, dell' ingenuita. Morti che avvengono in un colpo solo a suono di bombe e fanfare.E quelle piu' tediose, stanche che ti prendono e ti tolgono via cio' che ami nella vita un po alla volta, come un deserto muto. E pero- piu' di rado- esistono anche rinascite; delle idee, dell'anima, della fantasia, dell ingenuita. Voglio sorridere oggi pensando a un rinascita. (Al)
RispondiEliminaSono d'accordo, assolutamente d'accordo: la speranza non deve morire. Morisse, sarebbe la definitiva sconfitta. I mafiosi, tutti i tipi di mafiosi, sono dei poveracci. Non hanno avuto il coraggio di ammazzare uno solo di quei Signori a viso aperto. Li hanno scannati, tutti,vigliaccamente, antrasatta, unni ammatti ammatti.
RispondiEliminaUn'altra risposta, questa volta citando un proverbio siciliano: "Bon tempu ie malu tempu, non dura tutt'un tempu" (l'anno scorso ho scritto un articolo, su questo proverbio).
RispondiEliminaProfondo rispetto per il sacrificio di questi uomini (e donne)prematuramente ed ingiustamente "departiti", ma anche per quelli/e che ancor'oggi lottano dietro una scrivania e nelle aule di tribunale. Quelli stessi che, a tanti anni dalle tragedie Falcone, Borsellino ecc.., ricevono lettere minatorie con minacciosi proiettili ed ai quali mi lusingo di aver prestato per decenni la mia riverente e fedele opera di "servitore dello stato".
RispondiEliminaVinicio.