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mercoledì 22 maggio 2013

"Masse".
"Vediamo cosa pensava Hitler delle masse che riuscì a muovere e come seppe muoverle. Il principio primo da cui Hitler partì era un giudizio di valore: le masse sono estremamente spregevoli, incapaci di pensiero astratto, disinteressate a ogni evento che stia oltre l'esperienza immediata. Il loro comportamento è determinato non dalla conoscenza e dalla ragione, ma da sentimenti e impulsi inconsci. [...].
Parata
Gli individui si rapportano alla società o tramite la famiglia, il clan, le associazioni, o attraverso la folla. Come membri della famiglia, del clan, del gruppo rimangono individui, come parte di una folla possono facilmente perdere qualsiasi umanità. [...]. Lo scrittore, instaurando un rapporto univoco con il lettore, parla all'individuo. L'oratore, invece, non vuole e non può considerare l'individuo perchè vuole annullarlo nella massa". Aldous Huxley, 1958.
Come afferma Alan Bullock nel libro sotto, Stalin la pensava, esattamente, come Hitler.
Io aggiungo che anche i pubblicitari di oggi la pensano come Hitler e Stalin: traspare dal disprezzo con cui trattano i consumatori. Avete mai ascoltato i testi del messaggi pubblicitari? Avete mai provato a togliere l'audio degli spot e osservare le espressioni sub-umane di attori e attrici?

Vite parallele
Leggete quanto Marguerita Yourcenair fa dire all'imperatore Adriano a proposito di "progresso e masse".










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