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mercoledì 4 settembre 2013

"Chioschi e cola".
Compro qualche lattina di coca cola due o tre volte all'anno (quando mi devo produrre in qualche rutto biblico). Per il resto, per dissetarmi, seguo le tradizioni. Tradizioni che risalgono a quando vivevo in Sicilia (=estate piena  da maggio a ottobre > nuotate da maggio a ottobre > fara (arsura) mediterranea da maggio a ottobre). Dopo aver nuotato per ore, assetato dal sale e dal sole, andavo al chiosco per chiedere il mio "solito" (= seltz + doppio limome + un pizzico di sale). Quando volevo strafare, od ero in vena di esotismi, chiedevo uno "Special" o un "Tamarindo Pazzo".

Chiosco ad Acireale, Catania
La Sicilia era piena di chioschi: posti dove ti preparavano, al momento, scumazzini e bevande a base di frutta, estratti, concentrati e aromi mediterranei. Da decenni i chioschi sono in agonia, incalzati dal rincoglionimento globale, stanno morendo.
 
Chiosco a Catania
La modernità, la globalizzazione, ha portato cochecole, gatorade, redbull e lattine varie. Lattine su cui sono fondati immensi imperi commerciali. Imperi di bolle.
Chiosco: prezzi nettamente inferiori, freschezza ingredienti, bevanda preparata al momento, basso impatto ambientale (no imballaggi, no trasporti, ...), gestione a carattere familiare.
Lattine: Politica imperiale basata su persuasione ipersensoriale, elevato impatto ambientale, conservanti, gestione verticale del business, concentrazione dei profitti, ...

Io, a tavola, porto di regola una bottiglia di seltz, qualche limone, un pò di sale e lo spremiagrumi (manuale): allena i muscoli e non spreca rame per inutili bobine di inutili elettrodomestici. 

Bobina per motore elettrico
 Meditate gente, meditate.


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