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martedì 31 dicembre 2013

"Fëdor Linde e i "se" della Storia - 1".
La "Storia" può riservare sorprese incredibili. Fatti imprevedibili possono stravolgere, ad ogni momento, il mondo. Io, da ingegnere, cresciuto a equazioni di equilibrio, rapporti di riduzione, coefficienti di sicurezza, e via dicendo, rimango estasiato di fronte ai capovolgimenti di fronte della storia umana. Per quanto sconosciuto il sergente Fëdor Linde è stato uno degli artefici di un tale, epocale, capovolgimento di fronte, l'uomo che contribuì a trasformare una protesta di piazza in un ammutinamento prima,  e in una rivoluzione dopo.  

Proteste a Pietrogrado, febbraio 1917.
20 aprile 1917
Linde incita i commilitoni del reggimento Finlandiskij a opporsi al proseguimento della guerra per fini imperiali.
da "Tragedia di un popolo", Orlando Figes; pag. 704+4; Foto 57
"Alto, biondo e bello, Linde era figlio di un farmacista tedesco e di una contadina polacca, ed era cresciuto in una piccola fattoria nei pressi di San Pietroburgo sul golfo di Finlandia. Lì la madre teneva una piccola locanda molto popolare fra i rivoluzionari della capitale, che vi si rifugiavano quando volevano sottrarsi alla sorveglianza occhiuta della polizia. Ed era stato facendo amicizia con quegli ospiti della madre che l'adolescente Linde, per natura un romantico idealista, era stato attirato nelle attività segrete rivoluzionarie". (da "Tragedia di un popolo", Orlando Figes, pag. 391).

Pietrogrado: febbraio 1917
Il 23 febbraio 1917 le proteste scoppiarono per la mancanza di pane.
Cominciarono le donne. Subito dopo si unirono gli operai dei quartieri industriali di Vyborg.
In quei giorni Chliapnikov, il capo dei bolscevichi di Pietrogrado, continuava a ripetere che sarebbe stato sufficiente gettare alla folla qualche tonnellata di pane per far cessare le rivolte.
Invece dopo tre giorni di proteste, il 25 febbraio, lo zar ordinò (dal fronte) al generale Chabalov (comandante della piazza di Pietrogrado) di reprimere a ogni costo le proteste di piazza.
Il giorno dopo i militari spararono sui manifestanti: oltre centocinquanta morti e migliaia di feriti... e la fine di un regime ormai fuori dal tempo.



lunedì 30 dicembre 2013

"Matteoerre".
Il signor Renzi (classe 1975) non ha mai svolto un lavoro "reale". Non ha mai dimostrato, quindi, cosa sia capace di fare fuori dalla casta. "Dirigente", fittizio e in aspettativa, nell'azienda di famiglia, presidente della Provincia di Firenze a 29 anni, sindaco della città a 33, segretario del PD a 38. 

Perplessità?
. Vado spesso a Firenze e trovo una città stupenda in uno stato pietoso.
. Due poltrone (sindaco FI e segretario PD) per uno stesso latoB?
. Le Province? Debutto bizantino: vengono abolite senza essere abolite.
. Troppi fatti opachi, per uno che si presenta come il nuovo che avanza


Spero tanto, ma proprio tanto, di sbagliarmi.


domenica 29 dicembre 2013

"Regole".
Le regole determinano i risultati.
Pensiamo a quanti governi hanno avuto nel dopoguerra i principali paesi europei.
                                 Germania       Francia       Gran Bretagna       Italia
Numero governi                 9                   9                       14                     63
Vita media (mesi)             90                 90                     58                     13
Come si può governare un Paese quando la vita media dell'Esecutivo è di 13 mesi? 

Italia
Soluzione? Copiare dalle leggi elettorali dei Paesi più civili del nostro.
*    *    *
Altro esempio. Il bipede ridens sotto a sinistra, eletto nel 2008 con "l'Italia dei valori", due anni dopo ha una crisi mistica e cambia gabbana. Passa cioè alla banda opposta: al "Popolo della libertà" (libertà, sic!). Risultato: berlusconi, in grave difficoltà, grazie a tre scilipoti ridens ottiene il voto di fiducia in Parlamento.
Voltagabbana
Soluzione? "Legare il mandato parlamentare allo stato politico del candidato al momento delle elezioni". In sostanza: liberi di avere crisi mistiche ma, in tal caso: dimettersi e abbandonare la carica.
*    *    *
Terzo esempio. Il bipede sotto è stato eletto (solo otto mesi fa) nelle file del "Popolo della Libertà" (ri-sic!). Sette mesi dopo (novembre 2013) è preda di una profonda crisi spirituale e, con una manciata di altre anime in pena, esce dal partito nel quale è stato eletto (PDL) e fonda un nuovo partito, l'ncd con cui dà ossigeno al governoletta.

Travaglio spirituale
Soluzione? La stessa di prima: vietato cambiare casacca in corsa. 
Al casinò, non appena la roulette comincia a girare, non si può più spostare la puntata.

Le regole, dicevamo, condizionano il risultato.
Le "regole", in Italia, sono fatte per spartirsi la torta, strafregandosene bellamente del "po-po-lo". Questo perchè i politicanti, incapaci di affrontare l'Oceano Mare della competizione internazionale, trovano più facile cannibalizzare il Paese. 

Viva l'Italia
Morso dopo morso, però, la torta diventa sempre più piccola 

Povera Patria.
e il Paese sempre più insignificante.


 

venerdì 27 dicembre 2013

"Il Marketing del signor B.".
A rivedere certe sceneggiate del signor B (non ci fosse da piangere), verrebbe da ridere.
"Amo l'Italia..." dice lui. "E frega gli italiani", aggiungo io".
Certo, perchè a uno che ha imposto una legge elettorale suina in cui l'elettore non può scegliere il suo rappresentante (Legge n.270; 21 dicembre 2005, calderoli), degli italiani non gli importa un fico secco.
Zuppa riscaldata: patetico
Nel video sotto un'altra delle tante sceneggiate del signor B: un distillato di servilismo e rincitrullimento strategico. La performance è di qualche anno fa ma, al solo ricordo, mi fa venire ancora il voltastomaco perchè Mr B si genufletteva, sbavava e sbaciucchiava da Primo Ministro d'Italia. L'avesse fatto da affarista privato in tourné alla ricerca di dané non me ne sarebbe potuto fregar di meno.
Che figura!
...senatore Berlusconi, ex-senatore Berlusconi...

"... ma mi faccia il piacere..."
... ma ci faccia il piacere.


mercoledì 25 dicembre 2013

"L'Artista del Bosco".
Era da almeno dieci anni che non andavo a camminare dalle parti di Sagno (Svizzera) lungo un bel sentiero a mezzacosta sul lago di Como. Poche settimane fa ci sono ritornato ed è stato come precipitare dentro a un "libro aperto", dentro a un susseguirsi di luoghi magici.

Arrivando dalla parte svizzera lungo il sentiero a valle.
Il sentiero che porta alle tre croci.
Tutto fatto a mano: con puntiglio e amore.
La cappelletta sul lago.
Vista dalla terrazza della cappelletta: sullo sfondo, verso sud, Como.

                                               
 
Mentre mi soffermavo a leggere le massime incise su un centinaio di tronchi, per pura combinazione, uno svizzero tedesco mi si è avvicinato e mi ha chiesto: "Le piacciono? Le ha fatte il mio vicino dall'altra parte del confine?"
Dopo pochi minuti avevo le indicazioni per raggiungere la casa dell'Artista del Bosco.

Giò, "l'Artista del bosco".
Dopo altri dieci minuti ero sul sentiero di fronte a casa dell'Artista del bosco. Per combinazione lui era sul prato davanti allo chalet: abbiamo cominciato a conversare. Dopo pochi minuti mi invitava a bere un bicchiere di vino in casa.
Sentiero dedicato a Fabio.
Giò ha trasformato un pezzo di bosco in un luogo magico. Un luogo per ricordare Fabio, il figlio ucciso in un incidente stradale a soli 32 anni. 
 
"Criticà l'è facil, fa mei l'è dificil".
"Per alcuni "Io" è l'abbreviativo di Dio".

"Chi è amico di tutti, è amico di nessuno".
"Chi fa falla, chi non fa farfalla".
"Un giorno è maestro dell'altro".
"La mia coscienza conta più dell'opinione degli altri".
 "Le muccche non danno il latte, sono gli uomini che se lo prendono".
"La prosperità rende indolenti e vili".
"Anche il manganello può indicare la strada". 
"Amor omnia vincit".
"Dove c'è bisogno di braccia, le parole sono perfettamente inutili.


E tante, tante altre ancora.


lunedì 23 dicembre 2013

"Il Marketing del signor N".
Il Signor Napolitano è stato praticamente tutto in questa Disastrata Repubblica Italiana: deputato del PCI dal 1953, responsabile culturale del PCI, presidente della Camera, ministro degli Interni, europarlamentare, senatore a vita, presidente della Repubblica.
Prima di tutto ciò, all'Università, era però fascista.

Carceri
Che in questi ultimi anni, un giorno sì e un giorno anche, il signor Napolitano lanci moniti, avvisi, allarmi, esortazioni, implorazioni e via dicendo per denunciare i (tanti) mali di quest'Italia è ridicolo, surreale. Se le carceri sono sovraffollate, disumane, e via dicendo, cosa ha fatto lui, che è stato praticamente tutto, per evitare tutto ciò? Cosa ha fatto negli ultimi sessant'anni? Cosa ha fatto dal 3 giugno 1992 al 14 aprile 1994 quando era presidente della Camera? 

Il marketing del signor N umilia noi clienti, umilia la nostra intelligenza.
Ma cosa crede, che siamo fessi o che abbiamo la memoria corta?

"... ma mi faccia il piacere..."
Sì, ci faccia il piacere....


sabato 21 dicembre 2013

"Il Generale e i Forconi".
Negli anni '80 ho prestato servizio militare come ufficiale di Artiglieria. In quei dodici mesi il mio superiore diretto era un maggiore. Trentadue anni dopo siamo ancora amici. Lui adesso è un generale in pensione in ottima forma fisica e mente pronta.


Alcuni giorni fa stavamo parlando della situazione sociale italiana e delle proteste di piazza di queste settimane. Le rivolte si innescano quando la fame supera determinati, insondabili, livelli critici. Quei tipi di rivolte, però, portano raramente a veri miglioramenti sociali. I veri miglioramenti arrivano quando la classe dirigente di un Paese è capace di intuire pericoli e problemi all'orizzonte e avvia le opportune riforme e contromisure. Classi dirigenti simili non possono venir fuori, a mio avviso, dalla finta democrazia dell'Italia di oggi che allontana la gente di valore e si fonda su nani e cortigiani (porcellum).
"Io speriamo che me la cavo" di Marcello D'Orta
La storia insegna.
La rivoluzione di febbraio, spontanea e liberatoria, portò alla caduta dello zar. Negli otto mesi successivi le pressanti richieste di rinnovamento e moralizzazione della Società furono traditi dal "sistema del doppio potere" (Governo Provvisorio + Soviet).

Il colpo  di Stato dell'ottobre '17 fu quindi, "alla fine", "l'inizio" della spirale di violenza che avrebbe condannato all'incubo tre generazioni di russi.

"Speriamo che (l'Italia) se la cava".
Il mio secondo libro, "Rivolta", una sorta di equazione della rivoluzione in prosa, analizza queste situazioni sociali classiche... e sempiterne.




giovedì 19 dicembre 2013

"Italia nel Mondo".
Un mio caro amico è stato recentemente in Cina per lavoro. Una sera a Shanghai, scendendo da un taxi, il tassista gli ha chiesto da dove venisse. Quando lui ha risposto: "Dall'Italia", il cinese ha intonato:

Quando ero ragazzo una pubblicità televisiva recitava: "Kra--, cose buone dal mondo".
"Ahi serva Italia, di dolore ostello...".



martedì 17 dicembre 2013

"Turaccioli".
Lo scorso febbraio molti candidati del Movimento 5 Stelle sono stati eletti, più che per meriti propri, per l'onda emotiva indotta nell'elettorato da un forte bisogno di cambiamento. L'elezione di questi candidati mi fa pensare a dei turaccioli trasportati dalla corrente di un fiume.

Con ciò non voglio sminuire l'affermazione del M5S, a cui ho guardato con interesse, ma far presente che per uscire dalla gravissima crisi in  cui versa il Paese occorre gente onesta, preparata e che abbia, soprattutto, una visione del mondo. Visione del mondo che non si può avere se si è palesemente ignoranti come dimostra l'intervista di Sabrina Nobile. Non sto parlando di titoli di studio, ma di visione del mondo. Visione del mondo che si ha solo se si possiede, a prescindere dai pezzi di carta, una solida cultura.
"Meglio rossi che esperti", recitava uno slogan del maoismo più oscuro. Il risultato fu una terribile carestia che negli anni '60 fece oltre 50 milioni di morti.

Le proteste di piazza possono servire, a volte, da "grilletto" o "detonatore", ma per ottenere risultati occorre il capitale più importante: un misterioso mix di Onestà Intellettuale, Visione e Conoscenza. Negli scorsi secoli simili epici mix hanno trasformato Russia, Giappone, Turchia e Cina.


L'Italia non si può migliorare con qualche volenteroso, ma ignorante, deputato.
Il M5S dovrebbe reclutare candidati fra persone che hanno dimostrato di essere capaci, oneste e che non sono state coinvolte nella bassa politica di questi ultimi decenni. Difficile, ma non impossibile. Guardandomi in giro di gente simile ne vedo. E non poca.
* * *
Ho trascurato i "deputati" pd, pdl e via dicendo perchè, da quella parte, non può arrivare nessun miglioramento.


domenica 15 dicembre 2013

"Porcellum".
Certe scelte mostrano i loro effetti solo a distanza.
Con intelligenza e onestà intellettuale è però possibile intuirne la portata nello stesso momento in cui vengono effettuate. Il tizio sotto ha definito la Legge Elettorale da lui stesso redatta una "porcata".

Porcellum
La misura del degrado italiano sta anche nell'accettare che la Legge Elettorale, una delle più sacre di qualsiasi ordinamento democratico, possa essere insultata chiamandola ripetutamente, impunemente e "liberamente", Porcellum.


Impedendo ai cittadini di scegliere i propri candidati, i capigregge dei vari pdl, pd, udc, leganord e via dicendo hanno assestato un colpo devastante al senso di appartenenza e al bisogno di giustizia che vive in ogni persona onesta.

Il fatto, poi, che la Corte Costituzionale abbia dichiarato tale legge incostituzionale - otto anni dopo la sua entrata in vigore e ben dopo due elezioni - aggiunge un tocco di surrealismo al degrado italiano di quest'inizio di millennio.

 
Le proteste di queste settimane sono (anche) la conseguenza delle leggi truffa, della corruzione e del disastro morale in cui questi squallidi politicanti senza pudore e senza carisma hanno gettato il Paese.
"Povera Italia di dolore ostello...".

 

venerdì 13 dicembre 2013

"Delle due, l'una: il caso italico".
Dopo quelllo americano, siamo al caso italico: lettanipote va dicendo in giro che "... non permetterà che il Paese cada nel caos".
Basta andare in giro, ascoltare la gente, leggere la stampa internazionale sul fatto che l'Italia è preda di un mix diabolico di burocrazia strapagata e inefficiente+tasse insostenibili+corruzione dilagante+illegalità diffusa+disoccupazione+mancanza di visione politica per rendersi conto che il Paese è già nel caos, e da tempo.
Scatta allora, immediata, la domanda se lettanipote sia un incapace o un falso.
E' infatti grottesco sentire lui, e il suo sodale agli "Interni", lanciare proclami ad effetto: "Non permetteremo che il Paese..."quando sono essi stessi, e la politica degenere che incarnano, l'origine vera del Problema.
Anche nel raccontare balle ci vorrebbe un pò di stile, fantasia. Invece ci tocca sorbirci corbellerie indicibili  da individui senza morale e senza carisma.
Che decadenza, mon Dieu!


mercoledì 11 dicembre 2013

"Professor Keating".
Il Professor Keating era quello che, ne "L'attimo fuggente", invitava i suoi studenti a guardare ai fatti della vita da prospettive diverse.
"L'attimo fuggente", Peter Weir, 1989
Se uno pensa a tutte le guerre combattute dai soldati americani dall'81 ad oggi: Libano, Grenada, Panama, Liberia, Kuwait, Iraq, Somalia, Haiti, Jugoslavia, Afghanistan può legittimamente chiedersi: "A cosa son serviti tutti quei morti? A cosa è servita tutta quella sofferenza inflitta e ricevuta?".
Una risposta possibile potrebbe essere, stando ai nudi numeri: "Anche a fare in modo che il 5% più ricco della popolazione lo diventasse ancora di più".

Ricchezza posseduta dal 5% più ricco della popolazione USA

         1981            1993            2012          

                                             21%            27.4%         35.7%


lunedì 9 dicembre 2013

"1:12 e il Grande G".
Nei primi anni 2000 Giorgio Gaber disse: "Più che Berlusconi, temo il Berlusconi che c'è in me".


Come a dire che aveva più paura dell'influenza che i Media, in mano a gente come Berlusconi, potevano avere sulla gente, che non del Berlusconi in carne, ossa e soldi.
Considerando come la maggioranza del Popolo si è recentemente bevuto le frottole della minoranza al Potere (rifiuto dell'Iniziativa 1:12) si capisce quanto fosse sveglio il Signor G. Grande Gaber.


sabato 7 dicembre 2013

"1:12  e la forbice"
L'articolo di Ronny Bianchi, sulla "Regione" dello scorso 30 novembre, è particolarmente interessante.
Parla di forbici salariali e ridistribuzione della ricchezza (ancora la storia dell'1:12, insomma).
L'articolo, basato sulle ricerche del Paris School of Economics, fornisce fra l'altro dettagli sull'evoluzione della percentuale della ricchezza annua prodotta dalla Nazione (in Italia e Stati Uniti) andata al 5% più ricco della popolazione.

         1981            1993            2008            2012          
Italia                               nd             19.8%          23.4%            nd
USA                                21%           27.4%           nd              35.7%

IL COMMENTO
L’incidenza del capitale di Ronny Bianchi - 11/30/2013

In fondo l’economia si basa su un concetto molto semplice: com’è distribuita la ricchezza generata dai fattori di produzione che sono terra, lavoro e capitale. La terra è remunerata con la rendita, il lavoro con il salario e il capitale con i profitti. Se la ripartizione è equilibrata, il sistema economico avrà una crescita sostanzialmente stabile, se c’è squilibrio, il sistema andrà incontro a difficoltà che possono essere irreversibili. Se, supponiamo, tutta la ricchezza va al lavoro, non ci saranno più investimenti e, viceversa, se ad accaparrarsi il reddito sarà il capitale, non ci saranno più consumi.
Ma eliminando questi casi estremi come possiamo definire una ripartizione equa? Finora era difficile quantificare l’equilibrio e si tendeva ad affermare che l’ideale era determinato da una situazione di crescita lineare di lungo periodo. Oggi grazie alle ricerche di alcuni economisti come Noah Smith, Emmanuel Saez e Thomas Piketty – che hanno ricostruito serie di dati molto lunghi per una ventina di Paesi –, possiamo ragionare su dati reali, benché non definitivi e non sempre di facile lettura e interpretazione. Storicamente nei Paesi industrializzati la suddivisione è stata relativamente costante: circa il 75% della ricchezza prodotta è servita per pagare i salari, mentre il quarto rimanente andava ai dividendi, affitti e altre forme di capitale. Negli ultimi 15 anni però le proporzioni sono cambiate e oggi la percentuale attribuita ai salari è scesa al 60 per cento.
Nel nostro Paese il 5% delle persone più ricche si accaparrava il 19,8% del reddito totale nel 1993 salito poi al 23,4% nel 2008. Negli Stati Uniti, nello stesso periodo, la medesima fascia di reddito, si è passati dal 27,4% al 35,7% nel 2012. Tuttavia mentre nel nostro Paese le variazioni sono state relativamente contenute, negli Usa la variazione è stata notevole perché nel 1981 il 5% più ricco aveva ‘solo’ il 21% del reddito totale. In generale si constata uno spostamento della distribuzione del reddito verso le fasce superiori a seguito anche di un miglioramento del rendimento nella remunerazione del capitale vista sopra.
Dare un’interpretazione dei dati non è scontato. Da un esame dei diversi Paesi ( http://topincomes.parisschoolofeconomics.eu/#Graphic ) si possono constatare delle differenze importanti tra quelli anglosassoni, dove le fasce più benestanti della popolazione si sono viste attribuire una quota di reddito in forte aumento negli ultimi 20-30 anni, mentre in altri Paesi (Svizzera, Germania, Francia, Paesi nordici) le variazioni sono state decisamente più contenute. Questo potrebbe spiegare l’aumento dell’indebitamento privato dei Paesi anglosassoni (che hanno un tasso di risparmio privato netto basso), ma anche il peggioramento di alcuni indicatori quali il livello educativo e la sanità. Anche altre spiegazioni sono possibili, come ad esempio l’evoluzione tecnologica o la crescita del settore terziario, e in particolare di quello finanziario, a scapito dei settori tradizionali.
Indipendentemente dalle cause, il risultato è comunque che il fattore capitale ha incrementato sensibilmente la sua remunerazione, generando maggiore instabilità e un aumento dell’indebitamento.

giovedì 5 dicembre 2013

"Viale Priebke? Piazza Priebke? Vicolo Priebke? Priebke Avenue?...".
C'è poco da scherzare, ma la recente tragicommedia dei funerali del criminale nazista mi ha fatto pensare a un criminale "nostrano", il cialdini sabaudo post-unitario.

"Li chiamarono... briganti"
Le "imprese" del signor cialdini a Pontelandolfo e Casalduni non lo fanno infatti sfigurare di fronte all'Hauptsturmführer delle SS.
"Briganti" (?)
A questo punto mi domando e dico:" Si può tollerare che strade e piazze siano ancora intitolate a criminali come cialdini, bixio (massacro di Bronte) e tipi simili?
*   *   *
I troppi Priebke che tutti i totalitarismi producono sono degli abomini. 
Dico però che è troppo facile, a decenni di distanza e senza nessun pericolo, pontificare e indignarsi su fatti lontani, rimanendo al contempo inerti di fronte alle tante nefandezze del giorno d'oggi.


martedì 3 dicembre 2013

"L'evoluzione della specie".
L'idea che un tizio seduto a un tavolo davanti un video, con a lato magari il tazzone del caffè, al sicuro a migliaia di chilometri di distanza,

possa inquadrare e vedere (grazie a satelliti e sensori assortiti) e uccidere (grazie a missili telecomandati), premendo semplicemente un pulsante, dovrebbe far rabbrividire chiunque abbia una mente e un'anima.

"Operazioni chirurgiche" le chiamano. In altre parole "assassini selettivi". 
 *   *   *
Poi penso a mio Zio Tommaso, morto a soli vent'anni a Cagliari, sotto un bombardamento aereo americano a  tappeto, l'11 maggio 1943, insieme a tanta altra gente ...

Zio Masino (Catania 1923 - Cagliari 1943)
e mi dico che, se i B-24 erano degli assassini all'ingrosso i droni, i loro nipotini di oggi, sono diventati intelligenti, ammazzano in modo mirato... quello che si dice l'evoluzione della specie".
*   *   *
Uccidere una persona sulla base di sospetti, senza un regolare processo è un crimine contro la vittima designata e contro la cultura occidentale che si basa sul rispetto dei diritti fondamentali della persona e della presunzione di innocenza. In buona sostanza ad ogni assassinio "intelligente" ammazziamo un po' d'Occidente.