Nigel Farage e Hermann Van Rumpoy
Scrissi il brano de "Il Guado" riportato sotto qualche mese prima dell'intervento di Nigel Farage a Bruxelles (quanti posti vuoti superpagati in sala).
Farage a Van Rumpoy; intervento al Parlamento Europeo 24 febbraio 2010 |
da Cap.8 "Kaos"
(Scena: A Montallegro, nei pressi di Agrigento; Tempi: attuali; Personaggi: il generale Bellodi (il capitano
Bellodi... ormai in pensione) di Leonardo Sciascia ne "Il giorno della
civetta" e Don Sebastiano Arena "nipote immaginario" di Don Mariano
Arena).
Don Sebastiano versò dello zibibbo ghiacciato.
Il Generale sollevò il bicchiere e bevve lentamente accennando appena a un brindisi, con espressione amareggiata: «Senza valori comuni e spirito di appartenenza una nazione si riduce a un mercato, a un bazar. La sua Svizzera è nata dal basso. L’Italia e l’Europa sono state imposte dall’alto. Quanti europei conoscono il nome del loro presidente? Di Van Rumpoy? Come è stato eletto? Chi lo ha eletto? Quanto ci costa? C’erano altri candidati? Per quale programma è stato eletto?».
Don Sebastiano avvertiva che il vecchio Generale cominciava ad abbandonare i pregiudizi nei suoi confronti.
«Van Rumpoy, belga. Sarà magari una brava persona, non lo so, ma, beffa delle beffe, va a rappresentare l’unità d’Europa quando il suo Belgio, a mesi e mesi dalle ultime elezioni, non è capace di darsi un governo e potrebbe spezzarsi in due monconi: da una parte fiamminghi e dall’altra valloni. Ci stanno rubando le nostre coscienze e siamo carne da cannone per i grandi monopoli, per i persiani del Grande Re di oggi: le tv, i motori di ricerca, i sistemi informativi, le agenzie di pubblicità, i social network che ci piallano il cervello ogni santo giorno, infettando la nostra capacità di giudizio. La nostra vita è ormai scandita da farabutti di Hollywood e da delinquenti di Wall Street che, per denaro, sono capaci di passare, ad ogni momento, sui cadaveri delle loro madri, su tutto. Pubblicità becera e perenne ammorba, pi su-pra-ta-vu-la» lo disse in siciliano scandendo le parole «…l’aria. Ha mai provato a guardare la pubblicità senza audio? O ad ascoltarla chiudendo gli occhi? Delirio, roba da pazzi, un circo, paranoia. Un immenso spreco, un’immensa lampara che oscura e acceca la fiammella del buon senso».
Il Generale sollevò il bicchiere e bevve lentamente accennando appena a un brindisi, con espressione amareggiata: «Senza valori comuni e spirito di appartenenza una nazione si riduce a un mercato, a un bazar. La sua Svizzera è nata dal basso. L’Italia e l’Europa sono state imposte dall’alto. Quanti europei conoscono il nome del loro presidente? Di Van Rumpoy? Come è stato eletto? Chi lo ha eletto? Quanto ci costa? C’erano altri candidati? Per quale programma è stato eletto?».
Don Sebastiano avvertiva che il vecchio Generale cominciava ad abbandonare i pregiudizi nei suoi confronti.
«Van Rumpoy, belga. Sarà magari una brava persona, non lo so, ma, beffa delle beffe, va a rappresentare l’unità d’Europa quando il suo Belgio, a mesi e mesi dalle ultime elezioni, non è capace di darsi un governo e potrebbe spezzarsi in due monconi: da una parte fiamminghi e dall’altra valloni. Ci stanno rubando le nostre coscienze e siamo carne da cannone per i grandi monopoli, per i persiani del Grande Re di oggi: le tv, i motori di ricerca, i sistemi informativi, le agenzie di pubblicità, i social network che ci piallano il cervello ogni santo giorno, infettando la nostra capacità di giudizio. La nostra vita è ormai scandita da farabutti di Hollywood e da delinquenti di Wall Street che, per denaro, sono capaci di passare, ad ogni momento, sui cadaveri delle loro madri, su tutto. Pubblicità becera e perenne ammorba, pi su-pra-ta-vu-la» lo disse in siciliano scandendo le parole «…l’aria. Ha mai provato a guardare la pubblicità senza audio? O ad ascoltarla chiudendo gli occhi? Delirio, roba da pazzi, un circo, paranoia. Un immenso spreco, un’immensa lampara che oscura e acceca la fiammella del buon senso».
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