La storia si ripete. Leggendo dei continui suicidi che stanno devastando l'Italia, penso alla "Domenica di sangue" del 1905 in Russia, a San Pietroburgo. Penso al prete Gapon che, insieme a oltre centomila affamati, in una fredda giornata di gennaio, protestarono davanti al palazzo d'inverno.
Domenica di sangue, San Pietroburgo, 1905 |
”Noi, lavoratori della città di San
Pietroburgo, con le nostre donne, i nostri fanciulli, i nostri derelitti vecchi
genitori, siamo venuti a te, Sovrano, alla ricerca di giustizia e protezione.
Noi siamo ridotti alla miseria, veniamo oppressi, caricati di lavoro al di
sopra delle nostre forze. Derisi, non siamo nemmeno considerati degli uomini.
Veniamo trattati come schiavi che debbono sopportare la loro amara sorte in
silenzio. Abbiamo sopportato tutto questo, ma siamo spinti sempre più giù nel
pantano della miseria, della mancanza di diritti, dell’ignoranza. Il dispotismo
e l’arbitrio ci soffocano, e moriremo affogati. Le nostre forze vengono meno,
Sovrano, la nostra pazienza è esaurita. Siamo giunti al momento terribile in
cui la morte è preferibile alla continuazione di tormenti insopportabili”.
Quel giorno
migliaia di uomini, donne, bambini e vecchi, innalzando icone e cantando
inni sacri, marciarono per portare la supplica allo tzar, ma le guardie
imperiali spararono facendo centinaia di morti e migliaia di feriti.
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La Storia insegna, la Storia si ripete ma, per accorgersene, bisogna conoscerla (la Storia).