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giovedì 4 aprile 2013

"Anime pie..."
Il signore sotto è il mio professore di "Costruzioni di Macchine" (IV anno) e "Calcolo e Progetto di Macchine" (V anno) al Politecnico di Torino. Uno che ci insegnava a calcolare le velocità critiche flessionali e torsionali degli alberi, gli ingranaggi, le pressioni hertziane sui cuscinetti, i dischi rotanti ad alta velocità ed alta temperatura (le turbine) ed altre cose simili. Il Professor Giovannozzi era, però, un tipo speciale ed aveva fama di essere lo spauracchio della facoltà.

Renato Giovannozzi, Professore Politecnico di Torino
Eravamo sul finire degli anni '70. Tempi caldi, sequestro Moro, etc...
Lui cominciava le lezioni, sempre, con: "Anime pie...oggi aprirò la lezione con "I gabbiani" di Cechov...". Altre volte ci riservava qualche sorvolo della Divina Commedia o della "Gerusalemme Liberata". Roba da 5 minuti poi, cominciava a macinare formule.


Lo contestammo! In un'assemblea, improvvista all'inizio di una delle sue lezioni, lo apostrofammo con "Istrione...". Che idioti! La maggior parte del corso eravamo degli autentici idioti. Roba da "guardie rosse maoiste". Renato Giovannozzi, insieme al mitico Professor Contino (scuole medie), è stato uno dei personaggi fondamentali della mia carriera scolastica (vita).


4 commenti:

  1. Anch'io arrivo da quegli anni del PoliTo meccanico . Ricordo quando il Prof. Renato Giovannozzi ci disse in quell'aula al 3°piano (la 11?) che lui un giorno sarebbe arrivato a sorpresa con una macchina fotografica e che ci avrebbe fatto foto di gruppo. Fotografia che avrebbe poi stampato e tenuta in apposito cassetto. Finito poi un dei suoi due esami, prima di apporre agognata firma sul famoso libricino blu, avrebbe potuto fare controllo ... lei in che anno ha frequento, bene ecco la fotografia ... mi indichi dovè lei nella foto ... ma guardi proprio quel giorno io avevo partecipato al funerale di mia nonna ... sentite condoglianze postume ... ecco si sieda pure li che facciamo ancora due domandine semplici semplici, le stesse che sul libro erano chiosate con : lo studente diligente , dopo rapidi passaggi (10 fogli protocollo fitti fitti) arriva al risultato .... comunque bei tempi ... ce ne fossero stati tanti di prof. Giovannozzi .....

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  2. E' stato mio professore negli anni 1951-1952 e poi relatore di laurea a marzo del 1953. Una volta in corso Marconi nel controviale in bicicletta mi sono affiancato a lui, anche in bici, e gli ho detto che non riuscivo a mettere nella nia testa tutti e due i suoi volumi. Lui mi ha risposto che quello che importava era che ne cogliessi il ragionamento. All'esama mi ha interrogato sull'effetto d'intaglio. L'ho considerato un regalo. L'ho poi voluto come relatore nella tesi di laurea sulla costruzione di una macchina utensile. Ho riletto il suo discorso del 6 novembre 1963 all'inaugurazione dell'anno accademico. Sono belle le ultime due pagine. Concordo nella frase" cs ne fossero .. tanti di prof. Giovannozzi"

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  3. Buonasera Ingegnere,
    poiché vedo che ha dedicato un simpatico ricordo a mio zio, Renato Giovannozzi (fratello della mia mamma, nonché mio Padrino di Battesimo), mi permetto di raccontarle un aneddoto divertente, che quasi certamente non conosce.
    Lo zio Renato, da sempre considerato in famiglia un mezzo genio, aveva un grande amore per la letteratura -come lei stesso ha osservato nel tracciarne il profilo- e sosteneva che, per dedicarsi con successo a discipline tecniche, era certamente assai meglio possedere solide basi di cultura classica.
    Ed infatti lui stesso, prima di iscriversi all'Università, aveva conseguito la maturità classica ed aveva sorpreso tutti, compresi i suoi docenti ed i suoi stessi parenti quando, alle prese con la versione dal greco, si divertì, dopo aver eseguito in pochissimo tempo la traduzione in italiano, come era richiesto ai fini dell'esame, a tradurre il tutto anche in latino. La stessa Commissione esaminatrice, evidentemente, rimase di stucco... mentre lui probabilmente se la ridacchiava... Altri tempi, altri docenti, altro spirito di sana -ma sempre composta e garbata- ironia.
    Grato della sua attenzione, le invio un cordiale saluto.
    Umberto Fortunati

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  4. Che bei ricordi. Giovannozzi era uno spartitraffico. Le sue lezioni una continua sorpesa. Per indicare le frequenze di risonanza torsionale esclamava :il re e' nudo. All esameva sapeva easere irriverente. Guardava il libretto, e se non avevi tuuti gli esami previsti...ti chedeva se lo avevi lavato con ava lavatrice. Gli studenti greci dovevano sostenere l esame in greco classico. Mi ricordo che all esame guardo il mio libretto, fece una veloce media a mente e mi disse che potevo fare di meglio. Vide che ero nato in svizzerae mi disse che avremmo sostenuto l esame in tedeso. Visto che sono poliglotta dopo un po cominciai a parlare in inglese poi in francese ed infine in spagnolo. Lui non fece una piega, mi sorrise e comicio a parlare in russo. Mi diede 28, mi disse che meritavo 30 ma mi voleva punire per l eccesso di zelo. Poi mi prese soto braccio, mi porto nel suo studio e passammo tutta la mattina a collegarci con il mondo con la sua radio trasmittente. Un altro aneddoto. Prima di sederti all esame ti chiedeva di disegnare a mano libera e a memoria na delle figure del suo libro. Tibdiceva fig. 80 pag.132...ti dava matita e carta...ma non la gomma.

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