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sabato 11 maggio 2013

"Восстание, Rivolta"
Anche in "Rivolta", come ne "Il Guado", ho inserito un omaggio a Leonardo Sciascia.
L'azione si svolge nella steppa siberiana (Kurgan, dicembre 1918). I superstiti di un gruppo rivoluzionario pacifista sono braccati dai bolscevichi. Rintanati nella notte in una buca scavata nella neve, ai piedi di una grande quercia,  Bastian (marinaio siciliano, amico di Vladimir Vladimirovič Rozhovskij, leader del gruppo)  dice ad Aalim (sedicente rivoluzionario colmo di certezze):

Capitolo 11, "Orfani".
Bastian annuì lentamente chinando il capo, poi fece girare lo sguardo per la fossa, sollevò il bicchiere e disse: “Io ho una certa pratica del mondo e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in quattro categorie: una minoranza che rende la vita a tutti gli altri un inferno. Una minoranza, ancor più minoranza, che la rende un paradiso. Una maggioranza pulsante, pensante, che soffre e si indigna ma che non ha mai voce in capitolo, e infine una maggioranza, ancor più maggioranza, orba di qualsiasi traccia di umanità, che ammorba questo povero mondo. Esseri senza dignità e senza onore sul cui conto posso solo ascrivere, per umana pietà, solo un improbabile riscatto finale”.
“Sono il gelo e la steppa che ti fanno fantasticare a questo modo?” chiese asciutto Aalim, di solito guardingo e taciturno.
“No!” rispose Bastian “lo scafo di questo ragionamento me lo ha suggerito, tanti anni fa, un vecchio marinaio, un certo Xiaxia. Era di Augusta e lo conobbi dalle parti di Capo Passero, si fermò un attimo, finì la vodka, poi sibilò “io ho solo aggiunto qualche riflessione, qualche altra vela al suo ragionamento”.
“Capisco” fece Aalim “… voi latini siete sempre così romantici”.
“Già!” rispose Bastian, sollevando le spalle e accendendosi il mezzo toscano che riservava per le grandi occasioni.
“Capo Passero, Portopalo, Marzamemi, il sole, il mare, le arance… dentro a questa fossa la Sicilia sembra appartenere ad un altro mondo, al paradiso” disse Vladimir.
“Sì, sembrano mondi diversi, ma Russia e Sicilia stanno sotto lo stesso cielo e sotto il cielo di Russia e di Sicilia si annida lo stesso cancro: una minoranza marcia di baroni e boiari, vanitosi, gelosi e incapaci… capaci solo di ammorbare la vita a tutti gli altri”.


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