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venerdì 19 luglio 2013

"1001011111111011101001111".  
Matrix è un film del 1999. In algebra la matrice è una tabella ordinata di elementi. Le matrici sono molto utilizzate in informatica per associare dati o sistemi di dati fra di loro. Nella trama del film la Matrice rappresenta una sorta di cyberspazio o realtà simulata creata dalle macchine.

Dal vocabolario Treccani:
matrice s. f. [dal lat. matrix -icis «madre; utero»]. –
a. Sinon. non com. di madre, soltanto nell’espressione merid. chiesa m., o assol. matrice, lo stesso che chiesa madre (v. madre).
b. Sinon. letter. di utero, di uso com. nel linguaggio anatomico medievale e rinascimentale: A noi larve d’Italia, Mummie dalla matrice, È becchino la balia, Anzi la levatrice  (Giusti).
c. In senso fig., ciò che costituisce l’origine, la causa fondamentale, l’elemento ispiratore, e sim., di un fatto o di un avvenimento: m. culturale, storica; ricercare la m. politica di un delitto; l’insurrezione ebbe la sua m. nel malessere sociale dell’epoca. La parola è inoltre viva, con accezioni derivate dai sign. fondamentali, negli usi tecnici seguenti, in alcuni dei quali si alterna con madre.

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In codice binario 1001011111111011101001111 equivale a 19920719, cioè 19 luglio 1992, la data in cui Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina vennero scannati. Antonio Vullo si salvò per caso. Agostino Catalano morì per caso.

Intervista a Paolo Borsellino (9' 25")
Nelle scorse settimane Giovanni Fasanella ha pubblicato "Una lunga trattativa" un libro in cui offre una ricostruzione delle relazioni tra istituzioni, politica e criminalità intrecciandole con la storia d'Italia. In poche parole sostiene che i rapporti "Stato"-Mafia non vanno interpretati in chiave giudiziaria o giornalistica, ma in chiave storica. Afferma che dall'Unità d'Italia, a cominciare dai piemontesi, per 150 anni, i rapporti "Stato"-Mafia sono stati sistematici e hanno caratterizzato ogni fase sociale, dal banditismo post-"unitario" al fascismo, dallo sbarco alleato in Sicilia, alla "ricostruzione", etc, etc...
Giovanni Fasanella
Vi ricordate di Disraeli, quello del dietro le quinte? O di Balzac, quello delle Illusioni perdute?
Bene, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Ninni Cassarà, Beppe Montana, Peppino Impastato, Rocco Chinnici, Gaetano Costa, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Cesare Terranova, Pietro Scaglione, Pio La Torre, Libero Grassi, Rosario Livatino e i tanti, tanti altri morti di mafia, sono quelli che hanno voluto capire, hanno voluto vedere dietro le quinte. Oggi, a noi, tocca ricordarli.
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Sin da bambino ho pensato che i mafiosi siano dei poveracci, degli esseri strutturalmente ignoranti, attanagliati da una paura antica che per tutta la vita impedirà loro di intravedersi l'anima. La loro religiosità quando imbracciano crocifissi e santini, invece di mitra e lupara, è infantile superstizione.


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