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giovedì 16 maggio 2013

"Peppino".
Fin quando in Sicilia ci saranno morti come lui, la Sicilia sarà viva, nonostante le intimidazioni e i depistaggi. Giusto una settimana fa, giovedì 9 maggio, dopo pranzo, mentre finivo di leggere
"Il tallone di ferro" di Jack London, chiudendo il libro, mi sono chiesto a bruciapelo: "Ma com'è che fin'ora non hai scritto un articolo su Peppino? ...sciamannato che non sei altro?".

"La bellezza", secondo Peppino Impastato (Cinisi, 1948 - ?, 1978)

Detto fatto mi metto davanti alla tastiera e lo preparo. Quando leggo le date, mi si gelano i bulbi oculari: Peppino era stato ammazzato quello stesso giorno di trentacinque anni prima. D'impulso stavo per togliere l'articolo uscito al mattino per sostituirlo con quello su di lui, ma poi mi sono detto che Peppino non avrebbe gradito sconti ai vari monti e casini. Così ho deciso di pubblicarlo oggi, a trentacinque anni e una settimana da quel triste 9 maggio.
Al di là del folclore, al di là di coppole, lupare, arance, cannoli e zibibbo, guardando il mappamondo, di mafie se ne trovano a tinchitè, a tutte le latitudini. E a ogni latitudine ci sono dei veri uomini, uomini che si ribellano in modo eroico come Peppino, e uomini che tenendo famiglia  si ribellano, umilmente e ogni santo giorno, per non piegarsi... per non perdere la loro umanità. 
Stacci bene Peppino!  


2 commenti:

  1. Se molti di noi, oggi, "sentissero" il dovere morale di condividere gl'ideali di "Peppino".....avremmo indubbiamente un mondo migliore... e preziosissima eredità da tramandare ai posteri!...

    Vinicio.

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  2. Grazie per il commento. Non bisogna aspettare il cavaliere bianco o la grande, eroica, occasione. Ognuno, a modo suo, può cominciare da subito, anche con le piccole cose. La "direzione" di ogni singolo sforzo (verso il giusto) e il tempo (l'integrale di ogni singolo sforzo) alla fine possono fare la differenza.

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